Mancato il 13 febbraio 1914, il criminologo francese Alphonse Bertillon ha elaborato una serie di tecniche -in particolare nella standardizzazione della fotografia penale- per la classificazione antropologica. È il padre della fotografia segnaletica.

Alphonse Bertillon - Segnaletica dimostrativa di se stesso (1913)
Alphonse Bertillon – Segnaletica dimostrativa di se stesso (1913).

Dalla fantasia, dalla narrativa. Verso la fine del primo capitolo del romanzo poliziesco Il mastino dei Baskerville, di sir Arthur Conan Doyle, del 1902, un potenziale cliente si rivolge a Sherlock Holmes, in quanto «secondo massimo esperto europeo in materia penale» (circa). Quando il detective chiede l’identità del migliore, che lo sopravanza, gli viene rivelato che «Per la classificazione con precisione scientifica, l’opera di Monsieur Bertillon non ha eguali».

In effetti, Alphonse Bertillon, richiamato in un’opera letteraria di fantasia, ha realmente cambiato l’indagine poliziesca, a partire dal primo laboratorio di identificazione criminale, creato a Parigi, nel 1870, dal quale si data l’antropometria giudiziaria: per l’appunto, il definito Sistema Bertillon, apparato di riconoscimento biometrico adottato in Europa e negli Stati Uniti.

Per certi versi figlio d’arte (suo padre era capo dell’Ufficio di statistica), con un fratello che seguì le orme del genitore, Alphonse Bertillon approdò alla Prefettura di Parigi, scontrandosi con un casellario giudiziario senza capo né coda, senza criterio e senza alcun senso. La crescita esponenziale della criminalità del tempo era affrontata senza tener conto dell’identificazione dei criminali recidivi.

Da cui, si impegnò per stabilire princìpi ripetitivi e il più possibile oggettivi per una catalogazione formale dei volti. Si interessò di antropometria -lo studio della variabilità umana- e mise a punto un sistema di misurazione di caratteristiche distintive criminali, elaborando strumenti per quotare la lunghezza e larghezza della testa, estensione delle braccia e lunghezza delle dita, dimensioni del piede. Il tutto, ordinatamente annotato in singole schede, comprensive del ritratto fronte e profilo del soggetto.

Attenzione, nonostante altre letture della sua opera, Alphonse Bertillon non fu seguace delle idee di eugenetica, teorizzate dall’inglese Francis Galton (cugino di Charles Darwin) e fatte proprie da molta scienza di fine Ottocento (per esempio, anche dall’italiano Cesare Lombroso). Infatti, commentando la sua classificazione, sottolineò l’idea di identificare i criminali come mezzo di applicazione della legge. Il suo registro delle informazioni non aveva alcun rapporto, né legame preventivo, con le tendenze criminali attribuite a particolari caratteri somatici.

Allo stesso tempo, Alphonse Bertillon estese poi le proprie considerazioni alla scena del crimine e all’esame forense delle prove e degli indizi, stabilendo canoni pratici che stanno alla base di tutta la fotografia giudiziaria nella propria evoluzione formale e grammaticale. Per esempio, nel caso della scena del crimine, introdusse la prospettiva dall’alto, che qualcuno definì subito “Vista con l’occhio di Dio”.