Mancato il 3 febbraio 1995, lo statunitense Art Kane ha attivamente partecipato alle trasformazioni culturali degli anni Sessanta. Le sue sono state immagini visionarie, che hanno saputo cogliere e rappresentare l’esuberanza di una generazione.

Art Kane - A Great Day in Harlem (1958)
Art Kane – A Great Day in Harlem (12 agosto 1958).

Personalità influente sulla cultura dei propri tempi, Art Kane ha frequentato la fotografia di moda ed editoriale, interpretando il ritratto con un piglio che è stato definito “implacabile e innovativo”: bianconero deciso e diretto; colore forte e contrastato; composizioni anche surreali.

In un decennio di grandi sommovimenti, gli anni Sessanta, Art Kane ha affrontato la fotografia esprimendo senza compromessi la sua personalità di giovane selvaggio: inflessibile, senza compromessi e sentimentale. Pioniere di numerosi concetti di fotografia moderna, si è indirizzato soltanto verso quello che avrebbe potuto succedere, evolvere, cambiare e… interpretare in modo sempre brillante e dinamico.

In una realtà sociale, come è quella statunitense, che fa tesoro delle formazioni scolastiche/accademiche, dopo la laurea con lode alla Cooper Union, nel 1950, Art Kane ha frequentato i corsi del leggendario art director Alexey Brodovitch (che ha guidato il mensile di moda Harper’s Bazaar, dal 1934 al 1958), la cui New School fu frequentata anche da Richard Avedon, Irving Penn e Diane Arbus. Come discepolo di Brodovitch, Art Kane imparato ad amare l’ignoto.

Trent’anni prima delle semplificazioni operative di Photoshop e del digital imaging, disponendo solo di un tavolo luminoso e una lente di ingrandimento, Art Kane ha inventato l’immagine “sandwich”: due, tre, quattro e più diapositive accuratamente allineate e fuse in una unica immagine conclusiva e definitiva.

Vicino alla musica popolare, nel 1958, Art Kane ha riunito cinquantotto leggendari interpreti del jazz per un ritratto di gruppo considerato emblematico della storia dello stesso jazz. A Great Day in Harlem fu scattata per il mensile Esquire, che la pubblicò nel gennaio 1959, certificandola come “la più grande fotografia a tema musicale mai realizzata”. I musicisti posarono nella 128th Street di New York City, per l’appunto ad Harlem, tra la Fifth Avenue e la Madison Avenue, alle dieci del mattino del 12 agosto 1958.

Soggetto di un documentario del 1994, realizzato dalla produttrice radiofonica Jean Bach, la stessa fotografia è il soggetto chiave del film The Terminal, di Steven Spielberg, del 2004, nel quale si ipotizza che Viktor Navorski (interpretato da Tom Hanks), cittadino di un paese dell’Est di fantasia, approdi a New York City alla ricerca dell’autografo del sassofonista Benny Golson (uno dei cinquantotto jazzisti raffigurati), l’unico che ancora gli manca nella sua raccolta di autografi dei musicisti presenti nella fotografia.

Art Kane è stato uno dei più apprezzati interpreti della musica pop degli anni Sessanta: tra gli altri ha fotografato i Rolling Stones, gli Who, Janis Joplin, i Doors, Aretha Franklin e Bob Dylan.