«Quello che mi affascina tanto della fotografia è l’interpretazione, il costruire un’immagine e far sì che il fruitore s’immagini la scena e interpreti il resto».

Azzurra Piccardi, classe 1982, laureata in Fashion Design, si è poi perfezionata alla School of Visual Art, rinomato college di New York. Vanta una lista piuttosto lunga di premi e riconoscimenti e importanti pubblicazioni che la indicano come talento da scoprire e poi seguire.

Il portfolio di questa fotografa ci permette di elaborare un concetto importante per l’arte fotografica e quasi ci consente di tracciare una linea di demarcazione tra le produzioni che contano e quelle che non riescono a superare quel mutismo di superficie. Nel primo caso, la Fotografia ripropone una realtà che non si accontenta della fedele riproduzione, ma, in un gioco di rimandi continui tra autore-soggetto-fruitore, ci apre a una nuova dimensione costellata di punti di domanda.

Le ricerche di Azzurra Piccardi si inseriscono a pieno titolo in questo spazio artistico che non fornisce risposte a uno spettatore passivo, ma richiede una fruizione attiva, un’interpretazione successiva. Le sue foto non sono lì per essere guardate distrattamente, come fossero manichini imperscrutabili esposti nelle vetrine del centro città. Le sue sono composizioni permeabili, sensibili allo sguardo indagatore di chi le contempla, sono storie da scoprire «che nascono da emozioni semplici e profonde», con spazi vuoti e puntini di sospensione che tu, spettatore-fruitore, avverti l’esigenza di colmare. «In una fotografia è importante al fine comunicativo creare delle suggestioni» spiega Azzurra ricordandoci che anche nella fotografia di moda la bellezza è in un equilibrio dinamico e non puoi parcheggiare lo sguardo e accontentarti della resa estetica. Commetteresti un peccato di superficialità, perché dietro quell’immagine c’è un mondo che non è poi così alieno e il suo messaggio è, infine, una domanda.

Per saperne di più: www.azzurrapiccardi.com