«La fotografia? Un insieme di contraddizioni in essere». Le immagini della giovane artista genovese raccontano l’intreccio vitale tra Spirito e Materia.


Le contraddizioni sono materia sanguigna delle nostre esistenze. Con le sue fotografie, Carola Ducoli s’inserisce in quella zona di confine dove l’attenzione è rivolta alla dicotomia Metafisica/Materia. Vi si intravede il perpetuo movimento dialettico delle realtà e l’ineludibile tensione attrattiva tra gli opposti. C’è un richiamo a un sentimento dal sapore malinconico, all’inquietudine del percepirsi sostanzialmente duali.

Il conflitto è la base costitutiva dell’Uomo e i più antichi rituali primordiali sono stati costruiti sulle fondamenta delle opposizioni più radicali, come a dire che la potenza seduttiva delle contraddizioni istituisce il concetto stesso di Umanità. Perché il nostro centro è il risultato complesso di dinamiche contrastanti.`Il luogo simbolico, artistico, dove gli opposti si risolvono in unità.

Carola Ducoli esplora questi luoghi, quasi interpellando tutto il mondo esperibile ricercando quella che potremmo definire la totalità dell’Esserci. Al proposito, rivela: «La mia ricerca nasce spesso da suggestioni regalate da un forte dolore o da un’intensa gioia, dal profilo controluce di un’amica alle sei del pomeriggio o da un brusco risveglio dopo un incubo mattutino».

Carola Ducoli è nata nel genovese, nel 1990. Ha completato gli studi nel 2012 diplomandosi all’Istituto Italiano di Fotografia, di Milano, ma, come sottolinea: «Ho sempre avuto attenzione per l’espressione, forse da quando mia madre mi raccontava le favole, intonando per ogni personaggio un diverso tono di voce, chissà».

L’amore per la letteratura, la pittura, la musica e -in generale- per la sperimentazione mista ha reso il percorso di Carola Ducoli costellato di stimoli e di ricerche extra-ordinarie che hanno trovato forma in installazioni e performance artistiche. L’obiettivo è approdare a prospettive intime, uniche. «La visione personale di ogni fotografo può diventare un mondo sempre diverso per ciascun osservatore. È questo il bello, arrivare, in qualche modo, arrivare all’altro».

Autore
Carola Ducoli
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