Curiosamente, l’inglese Cecil Beaton, che ha scandito i termini della grande fotografia del Novecento, è nato e mancato in due date ravvicinate: rispettivamente, 14 gennaio 1904 e 18 gennaio 1980. Oltre la fotografia, ha influenzato anche il cinema.

Cecil Beaton - Audrey Hepburn in costume per il film My Fair Lady (1963c)
Cecil Beaton – Audrey Hepburn in costume per il film My Fair Lady (1963 circa).

La parabola professionale di Cecil Beaton è stata avviata, nel 1927, quando fu assunto da Vogue come disegnatore. Subito, si impose anche, e poi soprattutto, per la fotografia, declinata con inconsueta modernità. Tra tanto altro, gli si riconosce una sostanziosa ironia di visione, che ha influenzato tutta la fotografia di moda dei decenni immediatamente successivi.

Negli anni Trenta, Cecil Beaton frequentò il fotografo George Hoyningen-Huene; vagabondarono insieme in Nord Africa, e qui la trama della sua fotografia intreccia il (falso) reportage con il surrealismo e un sorta di romanticismo elitario. Tuttavia, Cecil Beaton tradisce tutti i linguaggi e le teorie del tempo, anche quando lavora a New York (soprattutto per Vanity Fair e Vogue). La bellezza in emozione delle sue immagini (non proprio tecnica) è a dire poco singolare: cerca il bello ovunque, mai l’immediato o lo stupefacente. Esteta dell’eleganza e perfezionista del gusto, porta nel proprio stile di “fuori gioco” di ogni società (anche nella scrittura, nel disegno, nell’allestimento di mostre): dolcezza di un dandy raffinato, in contrasto con il pensiero ordinario.

Nel corso della Seconda guerra mondiale, Cecil Beaton è inviato “speciale” al fronte. Lavora per il ministero britannico dell’Informazione (qualcuno dice per i servizi segreti). Fotografo ufficiale della corona, lascia ritratti imponenti della regina Madre, della regina Elisabetta, del duca e della duchessa di Windsor, ma non sarà mai, a tutto tondo, un artista di corte.

Nel 1974, l’Imperial War Museum allestisce una mostra delle sue fotografie di guerra; nello stesso anno, Cecil Beaton è colpito da un ictus, resta paralizzato sul lato destro del corpo: non si deprime, impara a disegnare, scrivere, fotografare con la mano sinistra. Negli anni Settanta, la casa d’aste Sotheby’s si occupa di vendere (in parte) il suo archivio. Continua a fotografare per Vogue.

Cecil Beaton è stato fotografo, senza abbandonare la formazione scenografica originaria. In questo senso, si registrano successi clamorosi: premio Oscar per i costumi dei film Gigi, di Vincente Minelli (otto premi Oscar, tra i quali quello per il miglior film), del 1958, e My Fair Lady, di George Cukor (altrettanti otto premi Oscar), del 1964.