Celebrato ed esaltato protagonista della Storia della Fotografia, che ha lasciato una traccia indelebile nel percorso del suo linguaggio espressivo, Edward Weston è nato il 24 marzo 1886.
Riprendendo dal titolo di una convincente monografia pubblicata dall’inglese Thames & Hudson, nel 1995, immediatamente successiva l’originaria francese delle Editions du Seuil, sottolineiamo e ribadiamo la pertinente sintesi di Forme della passione / Passione delle forme, che definisce esattamente la fotografia di Edward Weston, con tragitto di andata-e-ritorno, senza alcuna soluzione di continuità.
Questa sintesi decifra i temi ricercati e investigati da Edward Weston nel suo cammino di pura fotografia, estranea a qualsivoglia altro contenuto espressivo o significato recondito: dai nudi ai paesaggi, attraverso una galleria di ritratti e “oggetti dalla vita quotidiana” (dai suoi famosi peperoni ai giocattoli indigeni, a utensili e arnesi di uso comune, trasformati in icone surrealiste e postmoderne).
A differenza di altra fotografia del primo Novecento (e anche precedente e poi successiva), a partire da quella umanista di Lewis W. Hine e Jacob A. Riis, tanto per limitare i richiami al minimo possibile, la fotografia di Edward Weston è, ed è stata, l’espressione di una ricerca ostinata di purezza esteriore e apparente: nelle forme compositive, nella rigorosa inquadratura, così come nella perfezione quasi maniacale dell’immagine in se stessa e per se stessa. I soggetti sono soprattutto (soltanto?) pretesto necessario per esprimere metafore visive degli elementi stessi della natura.
Edward Weston è stato un esteta dell’immagine fotografica. Al pari di altri autori del proprio tempo (statunitense), tra i quali si conteggiano anche Ansel Adams e Alfred Stieglitz, si è svagato con asettici stilemi del “bello”. Le sue immagini sono ben realizzate, ma non pongono interrogativi, richiamano solo applausi.
Le fotografie di Edward Weston trattano di paesaggi desolati, vecchie auto, fattorie vuote, pianure accecanti; si esprimono per e con linee, ombre, bianco, nero, grigio; nella composizione, tutto è ben sistemato nell’ordine delle cose. La realtà c’è, ma non si vede. Si vedono segni di ciò che per molti è arte. Tutto appare semplice, niente è naturale, o forse troppo. L’astrazione diventa l’opera. Il pittorialismo sonnecchia in ogni immagine e si spinge fino a mostrare una versione della vita come fenomeno armonico con l’artista che la rifugge.
Descritto con nitidezza assoluta, che sottolinea l’entità stessa della materia e le sensazioni che è capace di trasmettere (forse), ogni dettaglio di Edward Weston concorre a definire l’idea di perfezione sterilizzata dell’autore.