Sia dal punto di vista critico, sia per altri parametri, la considerazione della fotografia della statunitense Francesca Woodman è stata condizionata dal suo gesto finale: si è tolta la vita il 19 gennaio 1981, senza aver ancora compiuto ventitré anni.

Francesca Woodman - Senza titolo (Providence, Rhode Island; 1977)
Francesca Woodman – Senza titolo (Providence, Rhode Island; 1977).

Figlia di artisti –George Woodman (pittore e fotografo) e Betty Woodman (figura di spicco dell’arte contemporanea)-, Francesca Woodman ha presto manifestato proprie capacità creative ed espressive. Dopo una sua permanenza a Roma, tornata negli Stati Uniti, avviò il proprio percorso fotografico a New York, nel 1979. La sua (breve) fotografia ha influenzato gli ultimi decenni del Novecento.

Affascinata dal romanzo gotico, e dal surrealismo (nello specifico, di Man Ray e Duane Michals), Francesca Woodman ha visualizzato condizioni esistenziali contemporanee in intense immagini bianconero, oggi storicizzate in base a data e luogo di esecuzione.

Nelle sue “visioni”, i soggetti sono frequentemente fusi con l’ambiente circostante; frequentemente, i volti sono oscurati; lei stessa è spesso soggetto della composizione. Probabilmente a seguito dell’indifferenza verso la sua opera, cadde in depressione, nel 1980. A seguito di un tentato suicidio, tornò a vivere presso i genitori. Quando una sua richiesta di sovvenzione da parte del National Endowment for the Arts viene respinta, il 19 gennaio 1981, salta da una finestra e muore per gesto proprio.

Oggi, il suo consistente archivio di oltre ottocento opere, esaltate dalla critica internazionale e incise nella Storia della Fotografia (e dell’Arte), è gestito dalla Marian Goodman Gallery, di New York.