Tre anni fa, il 13 febbraio 2013, è mancato Gabriele Basilico, personalità di spicco della fotografia italiana contemporanea, la cui opera appartiene a pieno diritto alla Storia della Fotografia: qualsiasi sia l’unità di misura della sua narrazione.

Gabriele Basilico - Le Treport (1985)
Basilico – Le Treport (1985)
Gabriele Basilico – Le Treport, dal progetto “Bord de mer” (1985).

Di fronte alla crudeltà di una scomparsa prematura, a sessantotto anni, rimane la consolazione di una vita assolta, forse addirittura risolta… misero conforto. Una vita, durante la quale Gabriele Basilico ha espresso una fotografia di alto profilo, che ha segnato indelebilmente il nostro tempo, creando addirittura uno stilema espressivo che ha fatto scuola.

In questo senso, è determinante esprimere opinioni in forma di distinzione equilibrata tra ciò che è importante e ciò che sembra importante. Eccoci: è importante! Quando scompare un autore di tanto pregio, qualità e merito, il mondo della fotografia, entro il quale agiamo tutti noi, o al quale -quantomeno- riferiamo la sostanza delle nostre riflessioni, perde una porzione capitale della propria personalità. Della propria stessa presenza.

Nella struttura della vita, in generale, nulla cambia. Il grano continua a maturare al sole. I fiumi trasportano le loro imbarcazioni e versano la propria forza motrice in una miriade di turbine, le mandrie sono sempre innumerevoli, dovunque gli uomini lavorano, schiavi delle occupazioni per cui molti sono nati. In questo, la prematura scomparsa di Gabriele Basilico -che molto ancora avrebbe potuto esprimere, all’interno della propria vita assolta e risolta- appesantisce però il mondo fotografico in misura consistente, lasciando un terribile vuoto con il quale si dovranno fare conti nei prossimi tempi.

A monte dei meriti che la sua fotografia gli ha elargito, Gabriele Basilico è stato un fotografo che ha continuamente riflettuto su ogni azione della vita, ricavandosi sempre il tempo sufficiente per farlo. Ha trascorso un’esistenza austera, in mezzo ai libri, nei musei e nei luoghi della sua indagine d’autore. Le conoscenze profonde, pazientemente accumulate su molte cognizioni che potevano anche non avere alcuna relazione tra loro, ma che hanno attivato il suo interesse in tutti i momenti della sua vita, gli sono valse una collocazione di prestigio e vertice nel controverso mondo della fotografia internazionale.

Gabriele Basilico ha vissuto con gli occhi… ha intuito subito, non soltanto presto, la soluzione delle proprie immagini. La sua profonda capacità di osservazione ha sempre registrato in tutti i particolari quello spettacolo imprevisto e commovente che è la traccia dell’Uomo. Sempre quella sua capacità di vedere le cose e la sua mente attiva hanno afferrato e gustato (e fatto afferrare e fatto gustare) certi particolari con una facile prontezza, che ha sempre stupito chi è fornito di reazioni più lente. L’impressione di bellezza è sempre stata viva ed esultante nella sua fotografia, e ha acuito i suoi sensi. Al culmine di azioni fotografiche a lungo pensate e meditate, in pochi attimi, l’immagine è stata fissata per sempre nella sua mente e memoria, prima ancora che sulle sue pellicole.