Albanese di nascita, fotogiornalista dello staff di Life, Gjon Mili è mancato il 14 febbraio 1984. È stato uno dei primi fotografi ad utilizzare il flash elettronico, che ha avvicinato nel 1937, quando ha conosciuto il professor Harold E. Edgerton.

Gjon Mili - Pablo Picasso dipinge con una luce (Maduora Pottery; 1949)
Gjon Mili – Pablo Picasso dipinge con una luce (Maduora Pottery; 1949).

Folgorante -è il caso di declinarlo così-, l’incontro tra Gjon Mili e Harold E. Edgerton, del Mit, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (dove lo stesso Gjon Mili si era laureato in ingegneria, nella seconda metà degli anni Venti), l’autentico inventore del lampo stroboscopico: emissioni brevissime di luce, piuttosto che tanti lampi in una frazione di secondo.

Al seguito di Harold E. Edgerton, che a propria volta è l’autore di celebri “icone” (la pallottola che attraversa una mela o una carta da gioco, la sequenza di azioni rapide dello sport), Gjon Mili ha sperimentato le possibilità espressive dell’invisibile all’occhio fisiologico. In questo senso, la sua fotografia più nota è certamente il ritratto di Pablo Picasso mentre abbozza una figura nell’aria con una luce puntiforme (una comune torcia di uso quotidiano).

Dopo di che, innumerevoli sono le sue interpretazioni del movimento, raffigurato da una somma di istanti registrati nella medesima inquadratura, mediante una serie di flash in rapida successione: dalla danza allo sport, senza alcuna soluzione di continuità. Fino alla sua reinterpretazione fotografica di un celebre quadro di Marcel Duchamp: Nudo che scende le scale, del 1912, realizzata trenta anni dopo, nel 1942.

Commentando il lavoro di Gjon Mili, Henri Cartier-Bresson ha espresso la propria stima: «Ammiro il suo senso di parsimonia, il suo rispetto per l’artigianato e la sua avversione per le ostentazioni».