Capostipite della fotografia umanista, che ha visto la luce alla fine dell’Ottocento, Jacob A. Riis è nato il 3 maggio 1849. Con lui, e con Lewis W. Hine (1874-1940), la fotografia comincia a osservare la vita nel proprio svolgersi.

Jacob Riis - Tre bambini dormono all'aperto (New York, 1890c)
Jacob A. Riis – Tre bambini dormono all’aperto (New York, 1890 circa).

Alla fine dell’Ottocento, all’indomani della Box Kodak originaria, del 1888, la prima macchina fotografica semplificata, utilizzabile a mano libera e senza vincoli operativi, la fotografia ha cominciato a osservare la vita nel proprio svolgimento. In questo senso, la storicizzazione della fotografia umanista prende avvio con le immagini di Jacob A. Riis che rivelarono le terribili condizioni di vita degli immigrati a New York, raccolte in How the Other Half Lives (Come l’altra metà vive), del 1890.

Jacob Riis - In un caseggiato affollato di Bayard street (New York, 1889)
Jacob A. Riis – In un caseggiato affollato di Bayard street (New York, 1889).

Attenti osservatori della fotografia hanno sottolineato il valore della personalità di Jacob A. Riis, immigrato di origine danese che fece del linguaggio fotografico una rivoluzione. Tra tante parole a proposito, va elevata l’opinione di Pino Bertelli, acuto e corrosivo fustigatore dei costumi fotografici, che ha definito Jacob A. Riis «randagio della fotografia dolente che non è proprio amato o elogiato mai abbastanza per il proprio impegno di difesa dei diritti dell’Uomo».

Jacob Riis - Famiglia di immigrati (New York, 1889c)
Jacob A. Riis – Famiglia di immigrati (New York, 1889 circa).

Jacob A. Riis iniziò a fotografare gli slum di New York, dove gli immigrati di fine Ottocento conducevano una vita agra. Si aggirava come un “ladro di immagini” nella miseria profonda dei quartieri poveri, e riuscì a scippare alla realtà martoriata e vilipesa della storia lo specchio rovesciato della povertà. Nel proprio insieme, le sue fotografie mostrano la spregiudicatezza, il coraggio e l’incoscienza del cronista d’assalto. Quindi, da una ulteriore lettura attenta, emerge anche l’attenzione formale e il senso profondo del coinvolgimento del fotografo in ciò che ha rubato al reale, che suggerisce una pratica della solidarietà, dell’accoglienza e della bellezza della vita.

Jacob Riis - Bandit's Roost (New York, 1888)
Jacob A. Riis – Bandit’s Roost (New York, 1888).

Le fotografie di Jacob A. Riis non hanno niente a che fare con l’attualità, la cronaca o la pietistica dei migranti. Le sue immagini non riguardano soltanto le periferie invisibili di New York: sono icone universali e figurano il malessere esistenziale, la povertà, la miseria profonda nelle quali milioni di esseri umani si trovano ai margini di tutte le metropoli. È esattamente per questa “visione inattuale”, che le fotografie di Jacob A. Riis dureranno fin quando l’Uomo si interesserà dei propri fratelli.