Fotogiornalista inglese, inviato da Life nella guerra in Vietnam, Larry Burrows è mancato il 10 febbraio 1971, in Laos: l’elicottero militare statunitense sul quale viaggiava, per seguire i combattimenti, è stato abbattuto dall’artiglieria nord vietnamita.

Larry Burrows - Vietnam (sergente Jeremiah Purdie; ottobre 1966)
Larry Burrows – Vietnam (sergente Jeremiah Purdie; ottobre 1966).

Dopo l’epopea della fotografia di guerra dai fronti della Seconda guerra mondiale, proprio il conflitto nel sud-est asiatico ha contrassegnato un capitolo fondamentale del fotogiornalismo internazionale. Nella propria tragedia (e nel rispetto dei dolori che provoca), la guerra è uno dei momenti focali della fotografia contemporanea.

Nell’ottobre 1966, su una collina di fango, appena a sud della zona demilitarizzata (Dmz) in Vietnam, Larry Burrows ha scattato una intensa fotografia che, per generazioni, si è imposta come indelebile e bruciante rappresentazione degli orrori insiti nella guerra, indipendentemente dal luogo e dal momento: Vietnam come simbolo profondo, durevole e indimenticabile di tutte le guerre.

Un marine ferito (individuato come il sergente Jeremiah Purdie), con una benda insanguinata attorno al volto, sembra essere pietosamente attratto da un compagno colpito. In una cornice straordinaria, incontriamo tenerezza e terrore, desolazione e comunione; e, soprattutto, ci colpisce la potenza di un semplice gesto umano, che -anche solo per un istante- ha la capacità di trasformare un paesaggio assolutamente inumano.

Occorre rilevarlo. Il coraggio e la tenacia hanno permesso a Larry Burrows di diventare uno dei più bravi fotogiornalisti del mondo. Una profonda umanità, che spesso, nei fotoreporter di guerra, è sepolta sotto una dura corazza di (apparente) cinismo, gli ha consentito di misurarsi con i fronti della guerra: alternativamente rappresentata per la ferocia dei combattimenti e osservata di profilo, con la tragedia che investe le sue vittime. Insomma, ha fotografato con la partecipazione e passione di chi condivide emotivamente il destino dei propri soggetti. Con la fotografia, oltre la fotografia.