Ieri mattina, domenica cinque febbraio, è mancato Lino Manfrotto, il cui nome è legato a doppio filo con la storia evolutiva dell’attrezzatura fotografica. Un nome conosciuto da tutti coloro i quali frequentano la fotografia, sinonimo stesso di treppiedi.

Lino Manfrotto (con Gilberto Battocchio)
Fine anni Settanta, Lino Manfrotto (a destra; e Gilberto Battocchio, “+Co” nell’identificazione aziendale) con una quantità di treppiedi Triminor in partenza/esportazione verso gli Stati Uniti.

Dopo tante e tante battaglie tecnico-commerciali condotte e vinte sul territorio della fotografia, che ha illuminato con la sua produzione di treppiedi e stativi (e, poi, altro ancora), Lino Manfrotto ha ceduto a una «malattia che, per quanto crudele, non è riuscita a togliergli bellezza, amore e dignità», come leggiamo nell’asciutto annuncio con il quale il figlio Abramo, a nome anche della madre Elena, delle sorelle Lavinia, Lorenza e Veronica, e dei rispettivi figli, ha comunicato ai propri dipendenti.

Personalità indissolubile dal proprio marchio di fabbrica, quella di Lino Manfrotto è stata una delle figure fondamentali del nostro piccolo-grande mondo fotografico. Avviata una produzione di stativi per sala di posa, nel 1972 (dopo aver svolto per anni la professione fotografica), ben presto ha saputo imporre al mercato la cadenza di un passo rigoroso, quanto determinato, che si è immediatamente allargato verso i treppiedi. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sia con progetti mirati alla sala di posa, con ideazioni assolutamente innovative, sia con interpretazioni per il sostegno e supporto di apparecchi fotografici e video, la produzione Manfrotto+Co ha stabilito parametri qualitativi e funzionali che hanno illuminato l’intero comparto. Tanto che è impensabile immaginare, oggi, un fotografo, sia professionista sia non professionista, privo di un utensile Manfrotto.

Allo stesso tempo, Lino Manfrotto è stato uno straordinario uomo di industria, capace di intuire evoluzioni tecnico-commerciali definite dallo scorrere del tempo e delle sue esigenze, fino al punto che l’originario indirizzo produttivo si è via via allargato e incrementato con acquisizioni aziendali che hanno definito una presenza leader all’interno del mercato fotografico e video, nel proprio insieme e complesso.

E oggi l’identificazione “Manfrotto”, nel frattempo estesa a una vasta ed eterogenea linea di prodotti, è una delle eccellenze assolute del commercio fotografico internazionale, un vanto per il nostro paese.

Qui, e ora, non servono ricordi personali di tanti momenti vissuti assieme, che è legittimo rimangano nella riservatezza del proprio animo. Soltanto, è necessario richiamare la sua conduzione esistenziale, pubblica e privata, edificata sull’onestà e generosità. Lino Manfrotto è stato un grande uomo, del quale sarà gratificante ed edificante rammentare episodi comuni, ragionamenti condivisi, valutazioni assimilate.

Lino Manfrotto ci lascia nello stesso modo discreto con il quale ha vissuto. Per sua volontà, le esequie si tengono oggi, in maniera semplice e privata.