Nata il 14 giugno 1904, la statunitense Margaret Bourke-White è stata una attenta testimone del Novecento. Con l’onore della copertina del numero Uno di Life, il suo fotogiornalismo ha registrato eventi epocali a cavallo della Seconda guerra mondiale.

Margaret Bourke-White - Life numero Uno (23 novembre 1936)
In copertina sul numero Uno di “Life”, del 23 novembre 1936, una fotografia di Margaret Bourke-White, dal lungo servizio interno sull’edificazione dell’imponente diga a Fort Peck, in Montana.

Margaret Bourke-White è stata una fotoreporter di spicco di una luminosa stagione del fotogiornalismo internazionale. E su questo siamo tutti d’accordo: tanto che ogni ulteriore osservazione al proposito sarebbe soltanto ridondante ripetizione.

Margaret Bourke-White - Louisville flood victims (1937)
Margaret Bourke-White – In fila davanti a una mensa popolare, a Louisville, in Kentucky, durante la Depressione economica statunitense (1937).

Ancora, non mancano testimonianze dirette, che si aggiungono alle tante celebrazioni in ogni Storia della Fotografia. Infatti, oltre la quantità di riferimenti critici e storici, va tenuta in considerazione la sua Biografia, compilata da Vicki Goldberg, pubblicata in Italia da Serra e Riva Editori, nel 1988.

Margaret Bourke-White - The Living Dead of Buchenwald (1945)
Margaret Bourke-White – Internati nel Campo di Buchenwald, all’arrivo dell’esercito statunitense (1945).

Tra l’altro, e a complemento, va annotato che proprio questa Biografia è stata sceneggiata da Marjorie David per un film televisivo, che in Italia viene spesso trasmesso in seconda o terza serata dalle Pay Tv: Il coraggio di Margaret, di Lawrence Schiller (Central Independent Television; Usa, 1989). Nel film, il fascino del personaggio è ben rappresentato da una avvenente Farrah Fawcett.

Margaret Bourke-White - Mahatma Gandhi (1946)
Margaret Bourke-White – Il Mahatma Gandhi, per un servizio di “Life” (1946).

Quindi, nella consapevolezza che la fotografia di Margaret Bourke-White è stata tanto indagata e presentata, non si può aggiungere altro di originale. Casomai, si può annotare qualcosa di parallelo… e privato. Niente più di una gustosa nota di costume. Conteggiata tra le dieci donne americane più eleganti della propria epoca, Margaret Bourke-White era perfettamente consapevole di dover vendere anche se stessa insieme alle sue fotografie. Pertanto, si preoccupava del suo aspetto esteriore come il curatore di una mostra itinerante. Al contempo, l’abbigliamento divenne un passaporto e un sostegno. Tanto che il suo guardaroba comprendeva anche panni per la macchina fotografica (inviolabilmente grande formato) coordinati con i suoi abiti.