Mancato l’11 dicembre 1983, a sessantatré anni, il milanese Tullio Farabola è stato interprete della stagione italiana della fotocronaca, vivace negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. La sua agenzia ha documentato capillarmente la società.

Tullio Farabola - Monografia Mazzotta (1980)
Tullio Farabola – Monografia Mazzotta/Fotografia (1980).

Non è facile ricordare la figura di Tullio Farabola, fotocronista dagli anni Quaranta del Novecento. Non è facile, ed è -addirittura- emblematico di una consuetudine fotografica nazionale, che privilegia soltanto, e non solo soprattutto, la cadenza di personalità che tornano e ritornano nei discorsi comuni. Insomma, ammettiamolo: per quanto prevedibilmente parziale e individuale, il racconto della Storia della Fotografia italiana non contempla mai, proprio mai, le figure che esulano dal clamore e dalla ripetizione di canoni prestabiliti.

Così che, per trovare notizie certe e certificate e controllate sulla personalità di personaggi come Tullio Farabola (e altri ancora), che hanno contribuito a scrivere fantastici capitoli quotidiani della fotografia del vero e dal vero, in forma di incessante fotocronaca, dobbiamo limitarci a poche fonti, che certamente qui non andiamo a copiare: ovviamente, da Wikipedia; in cronologia cadenzata, dal sito dell’Enciclopedia Treccani (in un Dizionario Biografico al quale ha contribuito Italo Zannier); e, poi, riuscendo a reperirla, dall’ottima e unica monografia accreditata. Nello specifico, in edizione Mazzotta, del 1980: Tullio Farabola. Un archivio italiano.

Proprio in introduzione a questa monografia, lo stesso Tullio Farabola commenta la personalità della sua agenzia Farabolafoto, nella quale confluirono sia sue fotografie, sia quelle scattate dai suoi dipendenti, soprattutto dopo il 1945, sia sostanziosi fondi di fine Ottocento e inizi Novecento: «Credo di aver creato uno degli archivi fra i più ricchi e meglio organizzati in Italia». Infatti, oltre le produzioni quotidiane, l’agenzia aveva acquisito una parte consistente dell’archivio fotografico del romano Adolfo Porry Pastorel (pioniere e protagonista nel campo del fotogiornalismo), di quello Mario Agosto, fotografo ufficiale della Società di navigazione, del ritrattista Attilio Badodi, oltre a «numerose raccolte provenienti da fonti disparate e da appassionati ricercatori di materiale e di immagini che oggi sono da considerare storiche».