In parafrasi, per quanto possibile, Walker Evans è un autore fondamentale della storia evolutiva del linguaggio fotografico tra i più citati e meno conosciuti al mondo. È mancato a New Haven, nel Connecticut, il 10 aprile 1975.
Nell’ambito fotografico, prima o poi, tutti richiamano la personalità di Walker Evans, molti ne disquisiscono, qualcuno profetizza, ma non pensiamo di essere lontani dal vero quando teorizziamo che pochi ne conoscano effettivamente l’opera e l’iter progettuale ed espressivo. Ancora meno sono coloro che possono affermare di avere dimestichezza con lo straordinario Sia lode ora a uomini di fama, traduzione dell’originario Let Us Now Praise Famous Men, realizzato in combinazione con lo scrittore James Agee (1909-1955): autentico cardine della fotografia di Walker Evans e fulcro della sua influenza sull’evoluzione del linguaggio.
Già pubblicato da Il Saggiatore, nel 1994, in una prima edizione italiana, presto esaurita, comunque sia lontana dall’originaria statunitense degli anni Quaranta, Sia lode ora a uomini di fama è tornato in libreria alla fine del 2002, sempre con Il Saggiatore.
Si tratta di un libro dal concepimento strano e dalla vita controversa, che vale la pena riassumere per sommi capi. Nell’estate 1936, alla fine della Depressione, quando ancora la povertà stritola i coltivatori di cotone degli stati del Sud, la rivista Fortune inviò in Alabama uno scrittore e un fotografo, appunto il giovane James Agee e il già affermato Walker Evans, per concretizzare un articolo sulla «Vita quotidiana e l’ambiente di una famiglia media americana di contadini fittavoli». La realtà colpisce direttamente allo stomaco i due, che presto capiscono che un semplice reportage non può descrivere ciò che incontrano: da cui, raccolgono una impressionante mole di osservazioni.
Al ritorno, Fortune giudica impubblicabile il materiale: troppo crudo e diretto, prima ancora di essere troppo complesso e vasto. La semplice inchiesta si trasforma in libro, la cui essenza sfugge qualsiasi catalogazione. Pubblicato nel 1941, allo stesso momento Let Us Now Praise Famous Men (in Italia, Sia lode ora a uomini di fama) è «Romanzo, saggio, indagine sociologica, pamphlet, illuminazione poetica, confessione, riflessione morale».
Per molto tempo non è stato tenuto in alcun conto dalla critica ufficiale, tanto che l’edizione originaria passò sotto sostanziale silenzio: si conteggiano seicento copie vendute il primo anno e altre cinquanta all’anno nelle stagioni successive. In seguito, quando l’attento New York Herald Tribune recensì con entusiasmo una coraggiosa ristampa del 1960, sul titolo si proiettarono i riflettori della cultura internazionale, attirata dalla perentoria definizione di «più famoso libro sconosciuto della letteratura contemporanea».
Volume culto, a partire da quegli anni Sessanta, il racconto di parole e fotografie del viaggio di James Agee e Walker Evans nel cuore dell’America lontana dalla facciata della propaganda ufficiale non ha ancora esaurito il proprio percorso. Nell’insieme, ancora oggi è uno dei pilastri del nostro tempo; nello specifico, la selezione di fotografie di Walker Evans compone una delle più chiare e dirette visioni della fotografia sociale senza tempo.